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Lessate l’orzo, precedentemente sciacquato, nel brodo, per circa 25 minuti e scolatelo piuttosto al dente.
Preparate la pasta amalgamando velocemente gli ingredienti (se avete un’impastatrice farete senz’altro prima), datele la forma di una palla e mettetela a riposare per una mezz’oretta in frigorifero avvolta in un poco di pellicola per alimenti.
In una terrina lavorate a crema le uova intere con la robiola, unire l’orzo e il formaggio, profumare con la noce moscata e sistemare di sale e pepe.
Stendete con il matterello, fra due fogli di carta da forno, la pasta, ad uno spessore di circa 2-3 mm; eliminate il foglio superiore e adagiate la pasta su una teglia di 26 cm di diametro, lasciando il foglio inferiore che andrà a foderare la teglia stessa.
Versate il composto nella sfoglia distribuendolo in modo omogeneo. tagliate la pasta e la carta in eccesso, dopodiché infornate a 200° per circa 30 minuti. Servite tiepida o fredda, decorando con le foglioline di tarassaco.
Facoltativo: aggiungete nel composto 150 g di pancetta affumicata a dadini e rosolata in poco olio, per un sapore più rustico.
L’orzo perlato, contrariamente a molti altri cereali – come ad esempio il farro – non va messo in ammollo. E’ sufficiente sciacquarlo e cuocerlo secondo le indicazioni riportate sulla confezione (solitamente 40 minuti). Il tarassaco, che in tarda primavera fiorisce dando vita all’edule e solare dente di cane, colto in questa stagione è tenerissimo, mentre tardivo è piuttosto coriaceo, oltre che amaro, e dev’essere consumato preferibilmente cotto. Ha proprietà diuretiche, tant’è vero che è anche conosciuto col nome popolare di “piscialetto”.
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