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Pulite i polipetti rovesciandone la sacca e vuotandola, privandoli degli occhi (da non confondere con le ventose dei tentacoli!), di un piccolo osso (il becco) che hanno alla base della sacca e lavandoli. Fateli cuocere a fuoco lento e coperti, in una ‘pignatta’ di creta con un bicchiere d’acqua da 20 minuti a 3/4 d’ora in base alla grandezza dei polipi.
Salate alla fine se necessario. Scolateli, tagliateli a pezzetti, conditeli con aglio, tritato o intero, olio, il succo di un limone, abbondante prezzemolo tritato finemente e pepe. Preparateli un po’ in anticipo così che abbiano il tempo di insaporirsi nel condimento. Alla stessa maniera si possono cucinare anche i polipi molto grandi, se si usa l’accorgimento di batterli con forza con una bacchetta per sfibrarli e renderli teneri.
Il polipetto ‘verace’ deve avere due file parallele di ventose sui tentacoli, se ne avesse una sola sarebbe un volgare ‘sinisco’, abitatore dei bassifondi anziché degli scogli, come il suo nobile parente. La differenza però non è tutta qui: il ‘verace’ si ammanta di una veste maculata di marrone con preziose sfumature rosa, mentre l’umile ‘sinisco’ si accontenta di un meno raffinato e vivace paludamento.
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